Nella grande categoria dei motocicli, ritroviamo i ciclomotori che si differenziano per la bassa potenza e cilindrata, che gli consentono di essere guidato anche da chi non si trova in possesso della patente per motocicli di più grossa cilindrata. Si tratta di una specie di motociclo più leggero e maneggevole e la cui potenza, e di conseguenza anche la velocità, sono notevolmente ridotte rispetto alle comuni moto.
Ad oggi, queste sue caratteristiche, che lo portano ad essere un mezzo estremamente facile da portare e molto comodo soprattutto nel traffico delle grandi città, lo hanno anche portato ad essere uno dei veicoli più diffusi proprio in tutto il mondo. Data questa sua diffusione, riesce però difficile pensare che il ciclomotore nasce come evoluzione della bicicletta a motore. Il brevetto, che vedeva trasformarsi una bicicletta in un ciclomotore, venne depositato, da un'azienda parigina, a gennaio del 1897, ma perché il neonato ciclomotore potesse diffondersi con vero e proprio boom, si dovette attendere il secondo dopoguerra. In questo periodo infatti, il ciclomotore si diffuse in tutta l'Europa grazie alle caratteristiche che gli permettevano di soddisfare le necessità di locomozione della popolazione, già intenta in febbrili opere di ricostruzione.
Il ciclomotore è, oggi come oggi, un mezzo diffusissimo indistintamente rispetto alla classe sociale ed all'età. Probabilmente, un altro dei grandi vantaggi che presenta è la scarsa necessità di manutenzione che, se eseguita da mani esperti, assicurerà un ottimo funzionamento ed una lunga durata del veicolo. Ma, il maggior motivo per cui si è così amato e diffuso è probabilmente lo stesso che lo ha portato ad essere uno dei veicoli più utilizzati nel dopoguerra: il ciclomotore è uno dei mezzi di locomozione più comodi, veloci ed indipendenti, in grado di scorrere veloce in mezzo al traffico e di affrontale le grandi e movimentate città dei nostri giorni.
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